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19.11.2012

Ohio State University
di Columbus
Lunedì 19 novembre 2012, Pietro Spirito sarà ospite dell'Ohio State University di Columbus, nell'Ohio (Usa), nell'ambito del seminario dedicato alla cultura e alla letteratura di Trieste dagli anni Novanta dell’Ottocento fino ad oggi.
Il seminario, frequentato da studenti d’italianistica a livello avanzato dell’Istituto di italianistica dell’Università, è sotto la direzione
di Charles Klopp, studioso della letteratura italiana moderna e contemporanea e, in particolare, di quella triestina.
Appuntamenti
con Pietro Spirito

Martedì 13 settembre - ore 18.00 - Libreria Feltrinelli - piazza XXVII Ottobre 1, sesto piano - Mestre
Pietro Spirito e Nadia Zorzin presentano “Pinocchio cuore di legno”. Diaolga con gli autori Annalisa Bruni.

Sabato 17 settembre - ore 18.00 - Pordenonelegge - Pordenone
Nell’ambito del festival “pordenonelegge.it”, Sala convegni Camera di commercio, Pietro Spirito e Nadia Zorzin presentano “Pinocchio cuore di legno”. Dialoga con gli autori Mario Alberti, letture di Eleonora Francesca Cordovani della Compagnia Officina del Sogno

Venerdi 23 settembre - ore 18.00 - Libreria Lovat - Viale xx Settembre 20 - Trieste
Pietro Spirito e Nadia Zorzin presentano “Pinocchio cuore di legno”. Letture di Eleonora Francesca Cordovani della Compagnia Officina del Sogno

Domenica 25 settembre - ore 18.00 - Libreria Lovat - via Newton 32 - Villorba (Treviso)
Pietro Spirito e Nadia Zorzin presentano “Pinocchio cuore di legno”

Venerdì 7 ottobre - ore 18.00 - Libreria Rinascita - via Verdi 48/a - Monfalcone
Pietro Spirito e Nadia Zorzin presentano “Pinocchio cuore di legno”. Dialoga con gli autori Tiziano Pizzamiglio.

Venerdì 14 ottobre - ore 18.30 - Libreria Ubik - via Mercatovecchio 18 - Udine
Pietro Spirito e Nadia Zorzin presentano “Pinocchio cuore di legno”. Dialoga con gli autori il giornalista Gian Paolo Polesini

Venerdi 21 ottobre - ore 18,30 - Libreria Lovat - Parco Commerciale di Padova Est - via Fraccalanza 3 - Padova
Pietro Spirito e Nadia Zorzin presentano “Pinocchio cuore di legno”. Dialoga con gli autori lo scrittore Romolo Bugaro

Venerdì 11 novembre - ore 18.00 - Libreria Ubik - Corso Giuseppe Verdi 19 - Gorizia
Pietro Spirito e Nadia Zorzin presentano “Pinocchio cuore di legno”. Dialoga con gli autori il giornalista Igor Devetak.

06.03.2010

Recensione
di Paolo Rumiz
sul nuovo libro "l'antenato sotto
il mare "
Recensione di Paolo Rumiz - La Repubblica - 6 marzo 2010

Pietro Spirito, “L’antenato sotto il mare”, Narratori della Fenice, pagg. 208
Il rugginoso sfascio delle battaglie in terra diventa marmo, tempio, sacrario, cenotafio. In mare la retorica è impossibile, il relitto resta tale, nudo e terribile, continua ad ammonire con le sue fauci spalancate. Ma mentre in superficie i monumenti invecchiano, gli ispidi resti sottomarini coperti di “denti di cane” diventano immediatamente leggenda; nella penombra afona del profondo, il pulviscolo sospeso regala la nobiltà dei millenni anche a carcassa e affondare da pochi anni. C’è una frontiera nel profondo, una frontiera del tempo prima ancora che nello spazio. E’ quanto trovi in questo viaggio con muta e respiratore - anche con sonar ed ecoscandaglio - tra i nobili reperti del confine orientale, il capolinea Nord del Mediterraneo, il Golfo di Trieste. Naufragi, con la loro carica di stimoli e di misteri. Tutto questo ci lega a una memoria “di cui non possiamo non farci carico”. Navi preromane cariche di anfore, aerei della seconda guerra mondiale, cannoniere napoleoniche, navi passeggeri grandi come cattedrali, abitate da scorfano e fantasmi, persino un molo che diventa il sarcofago di un’unità di guerra, anzi nasce grazie al suo affondamento. Il mare ci manda segnali, anzi “ambascerie”, scrive l’Autore; ci chiama col fascino dei luoghi oscuri. I suoi fondali sono l’ultimo Altrove rimasto.
25.02.2010

Recensione
di Fulvio Senardi
sul nuovo libro "l'antenato sotto
il mare "
Recensione di Fulvio Senardi - Il Piccolo - 25 febbraio 2010

È perfettamente a suo agio Pietro Spirito nelle quasi duecento pagine dell’Antenato sotto il mare (Un viaggio lungo la frontiera sommersa, Guanda editore, 15 €), il suo ultimo libro. Tanto nel ruolo che si è scelto, come voce narrante e personaggio-guida, di intrepido esploratore subacqueo, rispondente in effetti ad uno dei suoi più praticati interessi sportivi, quanto nel difficile compito di aprire, da prospettive inusuali, nuove finestre sugli universi del confine, per i quali sceglie il peculiare punto di vista del silenzio e dell’ombra del mare. Il silenzio degli abissi, che in realtà abissi non sono, ma i fondali sabbiosi dell’estremo Adriatico, acque rotte e singhiozzanti che proliferano di lagune, isolotti, barene; e l’ombra tinta di azzurro di un mondo dove la luce penetra con morbidezze ovattate, magica sede di forme furtive e metamorfiche dove Spirito, con la scioltezza cui ci ha abituati, si abbandona al gioco delle storie, portandoci a dialogare con luoghi, vicende, persone, lungo un arco di tempo che va dall’antichità romana al giorno d’oggi. Il libro è concepito infatti come un viaggio sui fondali del golfo, immagine speculare della terraferma, il negativo che ne rimanda un profilo deformato ma rivelatore: galassia di incontri e di scontri, di battaglie vinte e perdute, di calate e di meticciato di popoli. Una storia infinita che ha disseminato i fondali di tracce, resti, detriti. Corpi estranei che il mare – metafora del tempo, con la sua mobilità ingannevole e monotona – pian piano trasforma, copre di alghe, corrode, per poterli congiungere a sé: “tracce che parlano di una commistione di genti, di lingue, di abitudini”, segnali friabili e indistinti ma dalla suggestione potente, come le profezie di una sibilla. Nei luoghi “sub-reali” della sua esplorazione Spirito si diverte a tastare, con leggera ma intrigante aforistica, la complessità di una condizione umana, che, negandosi alla terrestrità d’ogni giorno, sperimenta, e non senza rischio, tutte le sfaccettature del confine: mare e terra, passato e presente, vita e morte, sogno e veglia, conscio ed inconscio. Ad assaporare uno stato di inappartenenza che predispone, con quasi godibile disagio, all’esperienza dell’alterità. Di relitto in relitto – relitti famosi e perfettamente noti, se non mete addirittura di turismo subacqueo: il Baron Gautsch; relitti pressoché dimenticati, che hanno lasciato di sé solo concave impronte nel fango della costa: la corazzata Wien – si affacciano, nel racconto di Spirito, fantasmi di eventi e di uomini che il narratore costringe a parlare, con quel diritto di vita e di morte che è nelle prerogative dell’arte. E si aprono così in un libro dal passo misto – storico, aforistico-riflessivo, narrativo – parentesi di sciolta affabulazione e prende forma davanti ai nostri occhi – qui, forse, i momenti di più intenso piacere del testo – una polifonia di vicende, i racconti del confine e del mare, che dopo poche pagine la tiepida onda del narrare cancella e ricompone, come segni tracciati sulla sabbia. Altra cosa del realismo, per più aspetti amaro, con i suoi interrogativi esistenziali e il suo “basso continuo” tecnologico, di Un corpo sul fondo (2007), di tematica per più versi affine. Qui invece, quasi senza parere, la scrittura solida e fattuale si protende verso l’onirismo. Una tentazione di visionarietà tanto pressante quanto poco assecondata. Siamo della materia di cui sono fatti i sogni, sembra suggerirci lo scrittore, mentre a lente pinneggiate attraversa il fasciame dei relitti, forzato volta per volta a fronteggiare i trabocchetti che gli aprono alle spalle, con l’onnipotenza dell’immaginazione, gli dei beffardi della scrittura e del mare: “sono completamente avvolto dalle alghe, un impalpabile e fragile sudario mi sta fagocitando […] brandelli di densa mucillagine si attaccano alla muta, alla maschera e all’erogatore in una tenera allarmante carezza”. Il mare – eterna metafora del ritorno all’origine, enigmatica esperienza d’al di là che può arricchirsi di valenze iniziatiche – ritma altalene di pensieri e di destini compiuti, che lo scrittore, accomodante padrone di casa, dipana con uno stile sobrio, scorrevole, elegante, di esemplare nitore. Chi ora volesse ancora pensare ad un protocollo di esplorazioni subacquee sarebbe fuori strada: l’Antenato sotto il mare dà molto di più di quanto non prometta il sottotitolo. Il mare, come la parola, è materia che plasma, scenario di inganni e di misteri, universo familiare ma perturbante, flusso che alimenta piccole avventure di vita e inattesi rovelli del pensiero: “l’unico viaggio possibile”, suggerisce Spirito, sciogliendo la metafora, “è seguire le incerte coordinate della coscienza, lungo i limiti segnati dalla nostra quotidiana condizione di naufraghi”.