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I fondali del Golfo di Trieste, pur non raggiungendo grandi profondità, nascondono diversi relitti, testimonianze e tracce di un passato in gran parte ancora da riscoprire. Osservare questi relitti permette di compiere un viaggio nel tempo, dalle ere più antiche all’epoca contemporanea. Attraverso  immagini subacquee, foto e filmati d’epoca, interviste ad esperti e ricercatori, il documentario “La frontiera sommersa” realizzato da Pietro Spirito e Luigi Zannini e prodotto dalla sede regionale della Rai Friuli Venezia Giulia, propone un itinerario nella storia di questa regione di confine dall’epoca dei Romani fino ai giorni nostri, visto da sotto il mare. Dagli insediamenti romani sommersi lungo la costa, al relitto del vascello Mercure affondato durante la battaglia navale che nel 1812 costò a Napoleone l’egemonia dell’Adriatico, ai resti spettrali della corazzata Wien colata a picco nella baia di Muggia nel 1917, fino al bombardiere americano B24 al largo di Grado abbattuto nel 1944, e alla base dei sottomarini tascabili nazisti nella baia di Sistiana, il documentario ripercorre le tappe salienti della storia dei confini nord-orientali con una prospettiva affascinante e  inusuale.

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Nel settembre del 1969, pochi mesi dopo lo sbarco dell'uomo sulla luna, un gruppo di dodici subacquei, tra cui una ragazza, si immerge nel lago di Cavazzo, tra le montagne del Friuli Venezia Giulia, per prendere posto all'interno di tre case-contenitore sommerse nell'ambito del Programma Atlantide, il primo esperimento al mondo di cittadella subacquea dotata di completa autonomia. I dodici acquanauti vivranno per quasi un mese all'interno dei tre contenitori senza mai risalire in superficie, effettuando periodiche escursioni in acqua libera e tutta una serie di esperimenti per studiare il comportamento e la fisiologia dell'uomo in situazione di isolamento e in saturazione, oltre a indagini geologiche e geofisiche. Il docu-film "Operazione Atlantide" racconta la vicenda nel quadro dell'Italia inquieta di quegli anni. In fase di produzione su soggetto e sceneggiatura di Pietro Spirito per la regia di Fredo Valla.
Queste sono le prime scene, fino ai titoli di testa, del film-documentario “Medusa - Storie di uomini sul fondo” (Italia 2008, 62’), del regista Fredo Valla, ispirato dal romanzo “Un corpo sul fondo” di Pietro Spirito. Documentario innovativo nel linguaggio, nelle atmosfere e nei registri narrativi, il film è stato realizzato quasi contemporaneamente al libro, raro caso in cui cinema e letteratura camminano in parallelo scambiandosi impressioni e suggerimenti. Con un lungo lavoro di ricerca durato anni e un’attenta riflessione sui suoi mezzi espressivi, il regista Fredo Valla è riuscito a realizzare un documentario dal forte impatto emotivo, un modo nuovo di fare e raccontare la Storia e i suoi episodi più simbolici. Com’è appunto la vicenda del sommergibile Medusa, affondato al largo di Pola il 30 gennaio 1942, e finito sul fondo del mare con 14 uomini ancora vivi intrappolati nel suo ventre, che inutilmente i soccorritori cercheranno di salvare. Tra passato e presente Fredo Valla cuce la trama di un destino in cui riflessi si riverberano ancora oggi sui reduci, sui familiari delle vittime, su chiunque abbia un senso prospettico del presente in cui vive. Nel film, prodotto da Paolo De Paolis, Pietro Spirito interpreta se stesso, uno scrittore ed esploratore di memorie alla ricerca del senso di quanto accaduto. Straordinarie le animazioni di Francesco Vecchi, Alessia Cordini e Damien Gaillardon. La colonna sonora originale di Enrico Sabena è anche un cd prodotto dalla Warner Music Chappel Italia srl. Montaggio Mattia Pedullà, riprese subacqueee di Roberto Pertoldi.

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Nel 2001 Pietro Spirito pubblica nella raccolta antologica “Lignano ti racconto” un racconto ispirato alla storica visita di Ernest Hemigway a Lignano il 15 aprile 1954. Quel giorno segnò il destino della suggestiva località dalle “sabbie d’oro”, con il premio Nobel che, definendola la “Florida d’Italia”, tenne a battesimo la Lignano moderna. “La penna di Hemingway” racconta la vicenda di un uomo che, allora bambino, ruba la penna al grande scrittore americano, un gesto che avrà per lui conseguenze imprevedibili negli anni futuri. Nel 2010 l’Associazione Maremetraggio in collaborazione con Sissi Entertainment, con il contributo del Comune di Lignano e della Friuli Venezia Giulia Film Commission, ispirandosi al racconto ha realizzato l'omonimo cortometraggio, per la regia di Renzo Carbonera e con un cast d’eccezione: Sergio Rubini, Christiane Filangieri, Cosimo Cinieri, Francesco Barilli. Nel film Claudia (Christiane Filangieri), giovane e affermata concertista, ritorna a Lignano per il funerale del padre, con il quale ha sempre avuto un rapporto difficile che è sempre vissuto lontano da lei, nella località turistica friulana. Del suo passato Claudia non ha mai saputo nulla. Ma tornando nella dimora paterna, dopo le esequie, scopre tra foto e vecchi ritagli di giornale alcuni indizi che lo collegano a Hemingway (interpretato nel corto da Francesco Barilli). Claudia si mette alla ricerca di fatti e persone appartenuti a un passato misterioso, tutto da ricostruire. Nella ricerca viene aiutata da un oste (Sergio Rubini), che la mette in contatto con un vecchio e apparentemente poco raccomandabile amico del padre, Samuel (Cosimo Cinieri). La sceneggiatura è firmata da Renzo Carbonera e Pietro Spirito.

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Nell’agosto del 1914 il piroscafo di linea del Lloyd Austriaco ”Baron Gautsch” durante il viaggio dalla Dalmazia a Trieste giunto al largo di Rovigno per un errore di manovra urtò una mina e affondò nel giro di pochi minuti. Morirono oltre trecento persone tra equipaggio e passeggeri, in gran parte donne e bambini. Furono le prime vittime civili della Grande guerra. Il relitto della nave oggi giace al largo di Rovigno a quaranta metri di profondità, in assetto di navigazione, ed è uno dei siti del Mediterraneo più visitati dai subacquei, mentre la memoria di quello che viene considerato il ”Titanic dell’Alto Adriatico” continua ad alimentare ricerche, studi e rievocazioni. Pietro Spirito per primo ha raccontato nei dettagli la vicenda della nave nel libro “L'ultimo viaggio del Baron Gautsch” (Ed. Lint, 1999), un reportage narrativo dal quale è partito il regista Renzo Carbonera per realizzare, con la collaborazione di Spirito, il documentario ”Il mistero del Baron Gautsch” (30', Italia 2010), prodotto dalla SDcinematografica con il contributo della Film Commission FVG, fondi Media e il Fondo regionale per l’audiovisivo. Il regista ripercorre la vicenda della nave con ricostruzioni, spettacolari riprese subacquee del relitto in HD e materiali d’epoca, tra cui un breve e finora unico filmato, recuperato nei Film Archiv di Vienna, dove si vede il piroscafo in navigazione. Il contesto storico, la dinamica dell’affondamento, le storie dei naufraghi, il processo intentato contro la compagnia di navigazione, il mistero di una valigia piena di gioielli la cui è presenza a bordo è attestata nei documenti conservati all’Archivio di Stato di Trieste offrono un quadro completo sul ”mistero del Baron Gautsch”. Il trailer è nella versione inglese.

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